sabato 28 febbraio 2009

Rocco Berdui lasciò cadere le monete ad una ad una perchè tutti sentissero che stava pagando.


Nella bottega di Gesulina le tre signore continuarono a bofonchiare chissà che mentre me ne tornavo a casa di A.C. con il pane e la mortadella per i panini.
La piazza era ancora piena di gente, mentre gli ambulanti facevano sparire il mercato . 
Per terra era pieno di carta delle scarpe, briciole, scatole di cartone, bastoncini di ghiacciolo e mozziconi di sigaretta. Sotto l'albero del Tabacchino, i gusci dei semi di zucca di Pedro il pappagallo e il figlio piccolo di Laganó che gridava verso l'albero: "Pedrooo! Oh Pedrooo!"
Come ogni mercoledì,  l'altoparlante del camioncino delle bici aveva strombazzato in lungo il largo che se non avevi la bici non eri proprio nessuno. E infatti eccola lì, la madre di Flavio, ancora con il grembiule, le maniche accartocciate sui gomiti e uno straccio da cucina in mano aspettando il suo turno davanti al furgone per comprargli la bici con i risparmi degli ultimi sei mesi.
Aprii la mano per contare il resto. Due ciungomme, ...ci uscivano. Magari ci trovavo il tatuaggio dell'indiano coi colori di guerra. Deviai verso il Tabacchino.
Da fuori sembrava una casa qualsiasi, non fosse stato per l'insegna TABACCHI, TELEFONO,  e per quella della birra DREHER.
Mi misi in fila dietro il banco dei tabacchi. C'erano le sigarette, le caramelle di zucchero colorato, le mentine, le Dufour, ed anche le ciungomme dei tatuaggi. 
Zio Gavino passava pacchetti di Nazionali  ed MS agli avventori, che sembravano in fila per la comunione.
"Il prossimo?"
Rocco Berdui ci restò di sasso.
"Come il prossimo? Guarda che tocca a me."
"Il prossimo?"
"Aiò Gavì, e dagli le sigarette" Disse Laganò.
"Sigarette per lui non ce n'è"
Chi rideva, e chi abbassava lo sguardo.
Rocco Berdui si voltò verso l'uditorio con un sorriso sarcastico.
Percopo rimase impietrito all'incontare il suo sguardo lucido e marrone.
"Cos'è...? I miei soldi non valgono più?"
Fissò Percopo con cattiveria.
"E dagli le sigarette Cristo!" Ripetè Laganò.
Il pacchetto delle sigarette rimbombó sul banco di legno.
Rocco Berdui lasciò cadere le monete ad una ad una perchè tutti sentissero che stava pagando.
"Ora fuori."
Prima di Rocco era uscito Percopo, di corsa.
"Due ciungomme, per piacere." Dissi.
"Lo sa mamma?"
Mentii.
Zio Gavino  sbattè le gomme con forza sul banco. Silenzio. Poi fece un sorriso.
"Stai lontano da quello lì."
Sollevai le spalle, salutai, ed uscii.
Nella luce accecante dell'una e un quarto vidi Percopo sanguinare dalla fronte.
La mamma di Flavio lo stava portando a casa sua per medicarlo, mentre Laganò spiegava:
"Da solo se l'è fatto!
A testate contro l'albero l'ha presa!"
Flavio si rialzava col ginocchio sbucciato 
e la bici Rossella gialla già tutta ammaccata.



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