martedì 11 novembre 2008

Il campanello risuonó per tutte le stanze della casa come le fitte di una pugnalata fredda e improvvisa.


Ad A.C. si fermó il boccone in bocca. Virginia respirò per un momento un'aria che non seppe di fango: Costanza! Si diresse a grossi passi traballanti verso il portone, attraversando il corridoio scuro. Al muro si susseguivano foto antiche e accartocciate per l'umidità, scattate da A.C. appena l'anno prima. Una mattonella dopo l'altra. Un tacco qui, il bastone lì. 
A.C. si pulì i baffetti col tovagliolo candido e profumato che gli era riservato. 
Il suo anello brillò ancora una volta mentre beveva, in piedi, l'ultimo goccio di bianco di cantina. Sentí le ciabatte di Virginia fermarsi davanti al portone. Poi si ripulì di nuovo i baffetti bianchi. Andó verso la TV, nel salotto. Una mattonella dopo l'altra. 
Il bastone qui, un tacco lì. Virginia afferrò il pomello del passante. Tirò forte. Costanz....

"Bu-buo-ongiorno signora Vi -iirginia, co--ome sta?"
"Percopo, cosa vuoi qui?"

Si sentiva odore di carogna.

"u-una ragazza bella t....tii-ira il pallone, Signora Virginia. Tira il pallone."
Percopo sudava. I suoi occhietti sornioni stavolta erano seri, quasi spaventati.

Almeno così mi parve quando lo vidi al girare l'angolo di casa. Quello di nonna quando ci vide non fu un sorriso semplice.

"Vattene via adesso Percopo. Sció, vai via. Vai dalla ragazza che tira il pallone, và."

Non avevo mai visto Percopo così. Si girò verso di noi "Ciao Costanza" fece con la mano. Poi si allontanó con le spalle basse, coi suoi zoccoli del Dottor Sholl's che lo precedevano di un passo o due. 

La serranda di ferro del garage sferragliava per le zampate di Lola, che si era accorta del nostro arrivo. 

Percopo si fermò davanti agli arbusti delle lumachine. Si sedette sul bordo sbeccato del marciapiede. Si portò le mani alla testa. E iniziò a piangere.

L'odore delle nuvole sapeva di pioggia in arrivo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo... questo passaggio è stupendo. So che mi prenderai in giro ma per me il tuo modo di scrivere è Marquez. Marco, spero veramente che un giorno tu decida di pubblicarlo. Grazie
Un bacio. Angela

MARCO ANTONIO PANI ha detto...

Grazie Angela! Si vede che sei un'amica vera :-).
Però mi fido di te, e continuo su quest strada :-)
Fra un pò inizia a piovere di brutto.
Un bacio a te, e bentornata

MAP

Anonimo ha detto...

ohh..ho ripreso il bandolo della matassa

MARCO ANTONIO PANI ha detto...

Cerco di lasciare sempre un pezzettino di filo che spunta dalla porta socchiusa di ogni stanza...

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