lunedì 1 dicembre 2008

Al passaggio al livello,Giustina copriva il passaggio dell'ultimo treno che tornava dal mare.


"Venite , venite, come sta mamma eh? Bene? Eh?"
Da Zia Marilena ci andavamo spesso. Mica solo per le caramelle Rossana, che manco mi piacevano, o per le noccioline che tirava fuori dal cassetto della cucina, no,... era perchè nel salotto ci aveva il coccodrillo e le uova di struzzo. E le foto del Colonnello. 
Il marito di Zia Marilena era partito per la guerra e non era ancora tornato. Almeno così diceva lei. Aveva un cappello da alpino e una mantella sulle spalle. Due baffi grossi col riccio in sù, un'espressione fiera e gli occhi spiritati che sembravano aggiunti a mano. Chissà che ci faceva in Africa, con quel cappello lì. 
Aveva anche due medaglie, il Colonnello.  C'erano nella foto, e c'erano pure su un pannello di velluto sopra il mobile del salone. Come ci fossero arrivate non si sa, perchè il colonnello non era ancora tornato.
"Volete andare a giocare in cortile? Eh?" "Andate, sì..., bene...ma mamma lo sa? Eh??"
Mamma lo sapeva, e così stavamo sotto i limoni da un'ora e qualcosa quando venne a riprenderci. La vedevo  attraverso la finestrella che dava sul bagnetto. Da lì, attraverso la porta aperta, si vedeva l'ingresso.
"Entra Costà, entra,...dai che ti bevi un Vov! Eh?"  "No Zia Marilè, che ci sta aspettando mamma per la cena...un'altra volta". Dietro, in strada, gli altri bambini correvano, qualcuno passava in bicicletta. Si sentivano le rondini gridare mentre impazzavano come caccia sui moscerini. Si sentiva una corda sbattere sulla strada e una cantilena.
Si sentiva anche la voce di mamma che ci chiamava e quella di Zia Marilena che continuava a offrirle il Vov "anche se non è come quello che faceva il colonnello, eh? Costà, quello era un'altra cosa, te lo ricordi?."
Prima di rientrare in casa, vidi un ultimo raggio di sole sparire dietro il muro di cantoni.
"Stella..aiò...mì che mamma si arrabbia". Stella smise di armeggiare con qualcosa che aveva trovato per terra sotto l' albero grande dei fichi neri di Zia Marilena.
Quando si mise in piedi fece una faccia da pagliaccio.
Era tutta sporca di terra e fichi schiacciati.
Nel piede sinistro una scarpa troppo grande e con due strisce ai lati.
Gonfiò il petto, tirò sù la sua faccina-capelli corti-niente denti davanti, 
e con le mani ai fianchi ed il piede  puntato disse felice:

"Per giocare a pallone è!!!"

Mamma beveva il suo Vov,
Zia Marilena parlava col Colonnello.

Al passaggio al livello, 
Giustina copriva il passaggio
dell'ultimo treno che tornava dal mare.


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Meraviglioso.... Io immagino quel salotto anche con i centrini fatti con l'uncinetto messi sulla spalliera del divano e delle poltrone.
...Insomma le Rossana non piacevano a nessuno

MARCO ANTONIO PANI ha detto...

Ciao Angela! Vedrai che arriveranno anche i centrini
:-) Hai ragione...
Nemmeno a te piacevano le Rossana? Ma allora perchè imperversavano per tutte le case delle zie? Piacevano a loro? O la carta rossa trasparente gli dava un senso di lusso, come un gioiello che potevano regalarti?

Bacioni

Anonimo ha detto...

Effettivamnete anche le Rossana che perseguitavano me "presenziavano" nelle ciotole d'argento dei salotti con centrini di alcune mie "zie" che sembravano offrirti chissà quale prelibatezza. E anche queste mie parenti avevano il "vov" fatto in casa che, oltre alla versione classica, veniva offerto nella variante al cioccolato.
Grazie Marco

MARCO ANTONIO PANI ha detto...

Chissà perchè, poi, quelle al latte, di caramelle, che erano buone, te le offrivano solo se avevano terminato le odiate e snobbissime Rossana:-)
Ti ricordi quella carta celestina vagamente cerosa al tatto? Se "sguaiavano" n'bocca... peccato...

Grazie di che? Grazie a te!

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